domenica 2 ottobre 2011

Opeth - Heritage



 Recensire l'ultimo lavoro degli Opeth, datato 2011, non è di sicuro una cosa facile per chiunque, fan o non che sia. La storia del Metal Estremo, del Death Progressivo, del Metal in genere deve molto a questa band Svedese e alla sua innata creatività e freschezza.
Oggi però ci troviamo ad ascoltare un album che con i generi sopra citati c'entra poco, seppure dopo alcuni ascolti non si possa negare l'inconfondibile vena "OPETH" che si trova in esso. Quello che le case riproducono è sicuramente opera del gruppo di Stoccolma, lo si avverte con chiarezza, ma il genere è ben lontano da quello sentito in Blackwater Park o Watershed, ci troviamo di fronte a un disco che suona anni '70, progressive nel senso reale del termine. Un'insieme affascinato di devozione settantiana, che non solo strizza l'occhio ai maestri di quegli anni (Deep Purple e Yes sopratutti) ma che dimostra di averne appreso l'antica lezione cercando di riproporla con la propria personalità musicale.
E credetemi ci riesce, eccome se ci riesce!!!!
Il lato Growl delle canzoni è abbandonato del tutto,  Akerfeldt opta per un cantato pulito e chiaro. L'estensione vocale del cantante degli Opeth non è certo cosa da poco e lo dimostra per tutte e 10 le tracce del CD. A questo punto so bene che i fans della band datati Morningrise non solo storceranno il naso ma incominceranno a dubitare del gruppo che seguono da più di una decade, ma non è il caso di fermarsi subito. Gli Opeth mi hanno dato l'idea, e questo è innegabile, di voler creare un album lontano dalle sonorità metal già da molto tempo, Damnation ne era sicuramente l'accenno più forte, ma anche le canzoni contenuti nel EP di Burden mostrano il desiderio di allontanarsi dal mondo del metal verso spazi Prog.
Gli Opeth con questo Album hanno spaccato il loro mondo, allontanando sicuramente i fans più chiusi e "estremi" e attirandone di nuovi affascinati dalle sonorità retrò che la band mostra. L'album farà parlare di se per molto tempo, o almeno fino alla prossima fatica del gruppo di  Akerfeldt. Io naturalmente da Fan della band ho acquistato l'album e l'ho sentito svariate volte per assimilarlo come si deve e anche se ho avuto qualche incertezza non lo cestinerò assolutamente, la prova tecnica del gruppo mi è piaciuta molto e il disco scorre piacevolmente per tutto il tempo, piacevolmente e con quella aura intimista che contraddistingue da sempre il gruppo.

venerdì 30 settembre 2011

Cose di cui Parlare

Ho cancellato il mio Ultimo Blog circa 6 mesi fa.
Ho cambiato Pseudonimo e ho cancellato account su account.

Eppure ho ancora desiderio di dire la mia, per cui mi riapro e spero di Essere costante.