lunedì 28 ottobre 2013

Io mi sveglio e scrivo

2013.Attimi di Panico e Momenti di Classificazione Sociale....meno un quartino di vino

Il mio prossimo libro si chiamerà: "Il vecchio e L'Amaro".
Lasciando stare la citazione a Hemingway, la trama è profonda e chiara: l'antica lotta tra l'uomo e l'alcool.
In una scura e fredda notte d'inverno, durante le tarde ore che precedono il mattino l'anziano uomo si rende conto che il bicchiere che ha appena riempito è l'ultimo dell'ultima bottiglia del amaro che normalmente beve ogni sera.
Un stretta lo attanaglia, una volta bevuto questo sarà costretto a uscire al gelo per bere altro alcool.
A quel punto inizia una lotta interiore tra il se stesso che comprende l'importanze del ultimo bicchiere e quello che non vuole morire di freddo cercando un bar che sia ancora aperto per il piccolo borgo.
Tra il tira e molla di discussioni con se stesso il povero uomo si agita eccessivamente facendo salire il tasso alcoolico nel suo sangue, alzandosi di scatto e muovendosi azzardatamente nella piccola stanzetta.
E' così che mentre l'ultimo bicchiere di alcool si scalda l'uomo incomincia a delirare e avere allucinazioni provocate dall'enorme quantità di amaro ingerita, spostando l'attenzione dal suo io interiore e focalizzandola sul bicchiere, che comincia a parlare e, umanizzato dalla sbornia, prende vita.
E li che l'uomo inizierà una discussione con l'alcool, nelle sue molteplici forme e personalità, dal Problematico Gin alla Festaiola Vodka, passando per il riflessivo Wyskey fino a giungere al meditativo Assenzio, l'uomo imparerà da questi personaggi incarnati nel suo bicchiere ciò che ha sempre solo immaginato grazie alle ripetute sbronze giornaliere fino a giungere al Nirvana degli Alcoolisti dove la divinità del Alcool Stessa il Buddha dei 100 Bianchi lo attende per farlo trascendere a un livello di ubriacatura superiore.
Ma  il tutto piano piano sbiadisce mentre il vecchio si riprende, non riuscendo più a stringere la mano del dio Buddha e cadendo nel oblio della risacca.
Ma il viaggio interiore del uomo non può che terminare con una tragedia e nel suo barcollare in preda ai fumi del alcool che lo abbandonano urta al tavolo rovesciando l'amaro prima sul tavolo e infine in terra, lasciandolo solo e senza il bicchiere della staffa, conscio ormai che è troppo tardi per trovare un bar ancora aperto, il vecchio come un novello Icaro crolla al suolo ormai sfiancato dallo scemare del alcool e strisciando giunge al letto dove solo alle lacrime può consegnare quello che rimane delle sue speranze e del alcool versato.
Poi il pomeriggio arriva a svegliare subdolamente il povero vecchio che con rinnovata disperazione osserva la pozza marrone appiccicosa lasciata dal ultimo bicchiere in terra, e tristemente si affaccia alla finestra conscio che anche oggi potrebbe esserci un altro ultimo bicchiere o, peggio ancora, un bicchiere rovesciato.
Ma qualcosa colpisce la sua attenzione, forse non era un sogno ciò che ha vissuto forse era una premonizione.
Di fronte la sua finestra dal altra parte delle strada un locale H24 appena aperto, un emporio di alcolici, così che per lui il bicchiere della staffa non arrivi mai.
Guardando al Cielo il vecchio ringraziò il Buddha degli Alcolici e indossò qualcosa per scendere a comprare la nuova bottiglia di amaro, con rinnovato vigore e il fegato pronto.
Morì 5 giorni dopo di ulcera sestupla perforante istantanea, con ancora in mano l'ultimo bicchiere di amaro intero e non versato.



Presto nelle librerie e nei migliori negozi di liquori.

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